Perché un film giapponese
La scelta della nuova pellicola da sonorizzare è ricaduta su Yasujiro Ozu, perché questo straordinario regista in Italia è poco conosciuto e le sue opere si discostano così tanto dalla cinematografia alla quale siamo abituati, che mi è sembrata una bella opportunità quella di realizzare una nuova colonna sonora per portare nelle sale e far conoscere “Storia di erbe fluttuanti” (“Ukigusa Monogatari” 浮草物語), un film del 1934 che certamente non è mai passato nei cinema italiani. Questo film fu molto importante per Ozu, perché fu il primo a vincere il premio della prestigiosa rivista Kinema Jumpo, riconoscendogli così un ruolo importante nella storia del cinema giapponese, ma anche perché fu il primo che focalizzò a pieno il suo personalissimo stile, al quale rimase poi fedele fino alla morte. La personale fotografia, l’analisi dei personaggi, i tempi rilassati, una certa sottile ironia e la cura maniacale dei dettagli scenografici, sono tutte peculiarità del regista che in questo film si possono ammirare sin dalla prima scena, ambientata in una piccola stazione ferroviaria di un borgo rurale del Giappone. “Storia di erbe fluttuanti” ci permette di conoscere come vivevano gli attori girovaghi della tradizione Kabuki, ma anche di capire le dinamiche che nascono fra il mondo degli artisti di strada e quello della gente comune. In definitiva, quello che Ozu credo abbia voluto dirci con questa pellicola, è l’importanza delle relazioni umane al di sopra di qualsivoglia difficoltà.
Sulla grandezza del regista, può bastare una sola informazione: il suo film sonoro del 1953 “Viaggio a Tokyo” è considerato il miglior film di tutti i tempi secondo 368 grandi registi di tutto il mondo.
Il regista
Yasujiro Ozu è ricordato come il più giapponese dei registi giapponesi, probabilmente perché sin dalle sue prime pellicole ha sempre rappresentato la sua terra d’origine vista in maniera decisamente realistica, e soprattutto da un punto di vista “più basso”. Non parliamo solo della posizione in cui spesso voleva fosse messa la macchina da presa, ma soprattutto del fatto che nei suoi film ha sempre descritto i ceti più modesti della popolazione, la gente povera che con difficoltà mette qualche cosa nel piatto, la piccola delinquenza di strada o gli umili impiegati che sono costretti a pesanti compromessi per mantenere la famiglia. Questo non significa che Ozu abbia scelto per le sue pellicole solo temi drammatici, tutt’altro, anche perché nei suoi film traspare sempre un sottile senso dell’ironia tutto giapponese che fa spesso da contrappeso alle situazioni talvolta difficoltose che descrive.
La trama
La traduzione letterale del titolo sarebbe “La storia della lenticchia d’acqua”, dove quest’ultima è il nome di una compagnia teatrale di attori girovaghi che torna dopo alcuni anni in un villaggio. Qui il capocomico Kihachi venti anni prima ha avuto una relazione dalla quale è nato Shinkichi, che è cresciuto con la madre Katyan credendo di aver perso il padre da piccolo. Kihachi si è sempre sacrificato per mantenerlo economicamente, farlo studiare e lasciarlo fuori dal suo mondo che ritiene troppo misero e volgare. Il problema nasce quando l’attuale giovane amante di Kihachi, Otaka, scopre questo segreto e viene minacciata in malo modo dal capocomico. Ella per vendicarsi chiede alla bella attrice della compagnia Otoki di prendere in giro Shinkichi e di farlo innamorare. L’amore però sboccia davvero, mentre la compagnia è costretta a sciogliersi perché ridotta alla miseria anche da una pioggia torrenziale che impedisce loro di fare gli spettacoli. Kihachi sarà costretto a prendere delle decisioni: se raccontare la verità, se permettere che suo figlio frequenti un’attrice girovaga e, soprattutto, cosa fare della propria vita.
ESECUZIONI DAL VIVO:
Ivan Marini as ss, cl basso, fl – Demetrio Bonvecchio tb – Michele Kettmaier p – Claudio Lombardi b
28 novembre 2017 – cinema Astra – Trento
20 dicembre 2017 – Social Stone – Trento
5 gennaio 2018 – Cineforum di Bolzano
2 marzo 2018 – Osteria Rive – Cartigliano (VI)
19 maggio 2018 – “Il fiume che non c’è” – Trento
Ivan Marini as ss, cl basso, fl – Fabrizio Carlin tb – Michele Kettmaier p – Claudio Lombardi b
26 luglio 2019 – Palazzo Hippoliti – Pergine (TN)
19 novembre 2019 (due proiezioni) – cinema teatro San Marco – Trento