The_Kid

SCHEDA DEL FILM

Titolo originale: The Kid

Titolo italiano: Il monello

Regia: Charlie Chaplin

Anno: 1921 - Nazione: USA

Genere: commedia – drammatico

Durata: estratto di 3 minuti

Produzione: First National Pictures

Didascalie: ing – ita – Immagine: BN

Attori principali: Charlie Chaplin, Jackie Coogan, Edna Pruviance

Trama: Una donna sedotta e abbandonata viene dimessa dall’istituto di carità in cui ha dato alla luce suo figlio. Non potendo mantenerlo, decide di lasciare il piccino all’interno di una macchina di lusso con la speranza che sia la ricca famiglia proprietaria del mezzo a crescere il bambino. Il pentimento l’assale di lì a poco, ma il destino ha fatto della macchina l’obiettivo di due malviventi che, impossessatisi del mezzo, non si faranno scrupolo di gettare il bimbo tra le macerie di un quartiere degradato. Qui è casualmente è di passaggio il vagabondo Charlot; egli, prima prova a sbarazzarsi del bimbo poi, una volta rinvenuto tra le fasce che l’avvolgono un biglietto invocante perdono ed aiuto, si decide a trattenerlo con sé.

Lo porta così nel fatiscente sottotetto dove egli dimora, lo accudisce con fantasioso amore rimediando l’occorrente fra quello che trova in casa e calandosi così nel ruolo di padre. Cinque anni dopo, il bambino “lavora” con il padre vetraio ambulante: il monello lo precede tirando sassate alle finestre sotto le quali, casualmente, transiterà Charlot munito di vetri di ricambio. Una sassata alla finestra dell’abitazione del poliziotto, però, si rivelerà fatale all’attività. Nel frattempo il destino sembra aver ripagato l’ex ragazza madre, ora attrice affermata e osannata. La felicità è dimezzata dal senso di colpa, che riaffiora ad ogni opera di carità volta principalmente all’assistenza delle madri e dei bambini poveri. Nel corso di questa attività ella si troverà al cospetto del monello accudito da Charlot e, senza sapere che è il suo bambino, gli donerà un peluche. Questo ed il suo furto da parte di un bambino saranno la causa di un litigio e quando, inaspettatamente, il monello sembra avere la meglio sul rivale più grande, ecco intervenire il fratello di questi, un bullo che trasferisce su Charlot la rivalsa per la sconfitta del fratellino. La benefattrice dei bimbi del quartiere fermerà il prepotente, che sarà convinto a riconciliarsi col vagabondo e raccoglierà poi il monello restituendolo a Charlot che crede suo padre.

Il dottore interpellato per la salute del piccolo verrà ingenuamente reso partecipe della storia del ritrovamento. Egli, impossessatosi del biglietto che accompagnava il bambino all’atto dell’abbandono ancora custodito dal vagabondo, fa intervenire l’autorità per l’infanzia abbandonata che, nei panni di uno zelante e scostante funzionario, sottrae il bambino relegandolo come un animale sul cassone di un furgone tra la sua disperazione e quella di Charlot. Questi, indomito, si divincola dalla presa del poliziotto, fugge sui tetti, rincorre il furgone e riesce a ricongiungersi con il suo monello. L’incombere dell’oscurità porta i due al dormitorio pubblico. Qui il guardiano riconosce nel monello il bambino menzionato in un avviso di ricompensa fatto pubblicare sul giornale dalla madre, che nel frattempo è stata informata del suo ritrovamento e della sua successiva scomparsa. Approfittando del sonno il guardiano raccoglie il bambino e lo porta alla stazione di polizia dove la madre verrà a recuperarlo. Accortosi che il monello non c’è più e non riuscendo a trovarlo il vagabondo, sconsolato, fa ritorno alla sua abitazione e si abbandona al sonno che lo coglie sui gradini di casa.

Nel sogno il quartiere si trasforma in un una festa piena di fiori, percorsa dagli abitanti in tuniche bianche e con un bel paio d’ali: è il paradiso, dove il suo monello lo accoglie e gli procura la tunica e le ali per sperimentare insieme la bellezza del volo. Ma il diavolo tentatore s’intrufola nel quartiere e, approfittando della distrazione dell’angelo custode (di nome e di fatto), insinua la malizia nelle moine di un provocante angioletto alla quale il vagabondo non resta insensibile. L’angioletto adolescente, però, è la fidanzata di un altro angelo con le sembianze del bullo del quartiere, il quale inizia a picchiare Charlot. Subito accorrono altre persone e il poliziotto di quartiere che, quando tenta di scappare in volo, esploderà alcuni colpi di revolver contro Charlot che, si accascerà sui gradini della sua casa… un fremito più forte lo sveglia riportandolo alla realtà: è lo strattone del poliziotto che l’invita a seguirlo fino all’ingresso di una sontuosa abitazione, dal quale si catapulterà fuori il suo monello e l’ex ragazza madre, che invita Charlot ad entrare in casa. Il film finisce con la porta che si richiude. La scena scelta per questo estratto riguarda una colazione preparata del monello per suo padre.

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Storia: Sir Charles Spencer “Charlie” Chaplin (Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977) è stato certamente il più celebre attore e regista (nonché produttore e compositore musicale) della storia del cinema del XX secolo. La sua storia ormai è piuttosto nota; pare che sia il personaggio sul quale siano state scritte il maggior numero di biografie e saggi e, nel 1992, il regista Richard Attenborough gli dedicò un film intitolato “Charlot”, interpretato da Robert Downey Jr.

Nato da due discreti attori di varietà con entrambe problemi con l’alcool, iniziò da bimbo a lavorare prima nel circo e poi in teatro. Con la compagnia di Fred Karno, dove lavorava con il fratello maggiore Spencer e con un certo Stanley Jefferson (meglio conosciuto come Stan Laurel), si recò due volte in tournee negli Stati Uniti e, la seconda volta, venne notato da Mack Sennett che, colpito dal suo stile improvvisativo e dalla sua straordinaria capacità espressiva, lo scritturò per la sua casa di produzione cinematografica, la Keystone, per la quale girò nel solo 1914 ben 35 cortometraggi. Egli non scriveva nulla, aveva in mente il film dall’inizio alla fine e lo descriveva agli altri attori durante le riprese. Già al suo secondo film si delineò il personaggio con bombetta e bastoncino che lo rese immortale in tutto il mondo e da li, la carriera fu a dir poco fulminante. Nel giro di pochi anni, dopo vari contratti sempre più ricchi, arrivò ad avere degli studios personali e fondò con Mary Pickford, Douglas Fairbanks e David Wark Griffith la United Artists Corporation. Parecchi suoi film sono ormai pietre miliari della storia del cinema, basta citare “Il vagabondo”, “Il monello” o “La febbre dell’oro”, ed il suo personaggio, il “vagabondo” appunto, rimase sempre muto e girò il suo ultimo capolavoro “Tempi moderni” nel 1936, quando il sonoro aveva già preso piede da ben 9 anni. Dopo quest’ultimo film, pensò di convertirsi anche lui al sonoro, senza però indossare più la bombetta ed il bastoncino di bambù e, nel 1940, in piena Seconda Guerra Mondiale, girò “Il grande dittatore”, coraggiosissimo film con il quale ridicolizzò senza paura Adolph Hitler. Da sempre dichiarato ateo, la sua vita sentimentale è stata piuttosto travagliata e, nel 1952, venne accusato dal senatore Joseph McCarthy di comunismo e di conseguenza espulso dagli USA. Si stabilì così in Svizzera, dove morì circondato dai suoi numerosi figli il giorno di Natale del 1977.

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RADIO DAYS Movie

Il progetto: Questo corto fa parte del progetto “Tutti nello stesso piatto 2018”, lavoro commissionato da Mandacarù e Altromercato per la decima edizione del festival “Tutti nello stesso piatto” e che comprende complessivamente dieci brevi filmati fra spezzoni o pellicole complete, tutte in qualche modo legate al mondo dell’alimentazione. Le musiche sono pensate tutte per quartetto, con Fabrizio Carlin al trombone, Ivan Marini agli strumenti ad ancia o flauto, Michele Kettmaier al pianoforte o basso tuba e Claudio Lombardi al basso acustico o chitarra.

PROGETTO

Le musiche: quattro composizioni per accompagnare questo corto, scritte ed arrangiate da Michele Kettmaier nel 2018. Tra parentesi la numerazione progressiva delle composizioni.

The kid (324) – veloce 6/8

Alzati! (325) – nervoso lento 4/4

Frittelle (326) – moderato 5/4

Cane di pezza (327) – dolce 5/4

Le esecuzioni dal vivo: due nell’ambito del festival, una presso il teatro Melotti di Rovereto il 9 novembre 2018 e la seconda il 14 novembre 2018 presso il cinema Astra di Trento ed altre fuori festival.

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