locandina "Storia di erbe fluttuanti"

Quest’anno, per la prima volta, i Radio Days parteciperanno alla manifestazione del rione di San Martino “Il fiume he non c’è”, grazie alla lunga e felice collaborazione con il caffè letterario Bookique e con Marco Rosi, che ci ha proposto questa bella iniziativa. La festa durerà tutto il giorno e tutta la notte, con chiusura al traffico di via San Martino e stradine limitrofe ed i Radio Days movie suoneranno dal vivo per accompagnare il film del 1934 “Storia di erbe fluttuanti” (che con il fiume ha sicuramente un’attinenza nel titolo) del grande regista giapponese Yasujiro Ozu. L’appuntamento sarà per sabato 19 maggio alle ore 22.00 nell’area definita “Yellow Submarine”, in corrispondenza di un cortiletto fra le case all’altezza del civico 12 di via San Martino. Per che volesse conoscere un pochino il film o il progetto, vi rimando alle scheda descrittive e per chi invece vuole scoprire il significato del nome di questa festa (che è già alla sua decima edizione), può continuare la lettura.

 FILM     PROGETTO

Per chi non è di Trento o non ne conosce bene la storia, innanzitutto bisogna ricordare che un tempo il fiume Adige lambiva la città, passando per l’attuale via Manzoni e via Torre Verde. Trento così aveva una sua difesa strategica naturale lungo il versante nord occidentale (di fatto lungo questo confine non vi sono resti di mura) ed inoltre l’Adige assolveva anche al compito di via di trasporto commerciale, specialmente di legname, verso la bisognosa Venezia. Il quartiere di san Martino, storicamente inquadrato come un rione popolare e di artisti, si affacciava dunque sul fiume e vi comprendeva il porto fluviale della città. Sul fiume si specchiavano torre Verde, in parte il castello del Buonconsiglio, palazzo Galasso, il collegio dei Gesuiti (oggi la sede centrale della biblioteca) e torre Vanga, mentre sulla sponda destra si trovavano la chiesa di San Lorenzo e quella di Sant’Apollinare. Nel 1854 l’Impero Austro Ungarico iniziò la rettifica (finita nel 1858) del corso del fiume a Trento e lungo tutta la valle, perché si stava realizzando la tratta ferroviaria Verona Brennero (progetto di Luigi Negrelli, l’ideatore del canale di Suez) che doveva ovviamente essere più rettilinea possibile e, si sa, costruire ponti costava molto di più che spostare un fiume. In quel tempo pare che l’iniziativa venne anche accolta positivamente dalla popolazione dei nobili e dei commercianti trentini, perché l’allontanare l’Adige dalla città secondo loro avrebbe eliminato problemi di salubrità ed infiltrazioni nelle cantine ma, soprattutto, avrebbe creato nuovi spazi di espansione e speculazione nonché avrebbe fatto aumentare di valore palazzi e negozi. Le conseguenze della rettifica dell’Adige le subiamo ancora oggi e le subiremo per sempre, perché il conseguente aumento della velocità di flusso e l’eliminazione delle anse con sacche di espansione lungo la valle, ha notevolmente aumentato i rischi di inondazioni nella parte veneta del corso del fiume e questo si riscontra piuttosto spesso nelle cronache. Ricordiamo poi che a Trento, durante la disastrosa alluvione del 1966 e non solo in quell’occasione, l’Adige riprese il suo corso naturale allagando proprio quelle zone della città. Sicuramente poi, dal punto di vista estetico e turistico, dopo la rettifica, Trento non si può più considerare una “città fluviale” come Parigi o Praga e ne ha perso decisamente il fascino, che contraddistingue per esempio la vicina città di Verona. Seguono un paio di foto dove si può osservare il vecchio alveo del fiume già deviato ed una ricostruzione del tracciato sovrapposto alla città di oggi.

Torre Verde e le lavandaie

Torre Verde e le lavandaie

Torre Vanga

Torre Vanga

vecchio alveo dell'Adige

vecchio alveo dell’Adige