Ultimata la partitura e l’arrangiamento, a breve i Radio Days movie dovrebbero iniziare a provare il nuovo progetto che occuperà il gruppo nel 2017, ovvero un film del grande regista giapponese Yasujiro Ozu: “Storia di erbe fluttuanti” del 1934. Si, avete letto bene, 1934, sette anni dopo la prima di quel famoso film “Il cantante di jazz” che nel 1927 diede inizio nel mondo del cinema alla corsa al sonoro ed al conseguente rapido tramonto del cinema muto. Ozu fu un regista a modo suo molto anarchico, rimase fedele al proprio personalissimo stile lontano da quella che all’epoca si definiva la “grammatica del cinema” e tutte le innovazioni tecnologiche le assimilò con molta calma, solo quando si sentì pronto al passaggio. Il suo primo film sonoro lo realizzò nel 1935 ed anche per passare al colore preferì aspettare fino al 1958. Quando poi fu di moda il grande formato in 70 millimetri (il cinema scope), decise proprio di ignorarlo, dichiarando che “gli sarebbe sembrato di girare i suoi film attraverso una buca delle lettere”. Con queste premesse è facile immaginare che la scelta si è orientata su questo titolo perché si tratta di una pellicola decisamente interessante, sicuramente nuova anche per i cinefili incalliti e, soprattutto, ben lontana dal cinema americano ed europeo al quale siamo abituati.
Yasujiro Ozu è ricordato come “il più giapponese” del registi giapponesi probabilmente perché, sin dalle sue prime pellicole, ha sempre rappresentato la sua terra d’origine vista in maniera decisamente realistica e, soprattutto, da un punto di vista “più basso”. Non parliamo solo della posizione in cui spesso voleva fosse messa la macchina da presa, ma soprattutto del fatto che nei suoi film ha sempre descritto i ceti più modesti della popolazione, la gente povera che fatica a mettere qualche cosa nel piatto, la piccola delinquenza di strada o gli umili impiegati che sono costretti ad atroci compromessi per mantenere la famiglia. Questo non significa che Ozu abbia scelto per le sue pellicole solo temi drammatici, tutt’altro, anche perché nei suoi film traspare sempre un sottile senso dell’ironia tutto giapponese che fa spesso da contrappeso alle situazioni talvolta difficoltose che ci descrive.
Per la trama del film vi rimandiamo alla descrizione nella sezione “progetti” linkata qui sotto, mentre per la colonna sonora possiamo anticipare che verrà realizzata con la formazione a quartetto di “Histoire de detective”. L’ulteriore novità importante di quest’ultimo progetto consiste nella collaborazione a livello organizzativo con l’associazione culturale italo giapponese “Yomoyamabanashi” 四方山話 di Trento, che nasce come strumento di integrazione fra le culture dei due paesi ed è molto presente sul territorio. Fra le attività ricordiamo i corsi di lingua, di cucina, le serate di cinema a tema, gli incontri culturali, le visite guidate, le presentazioni di libri, il tutto sempre legato alla cultura giapponese. In questo contesto, si potrà inserire anche questo particolare film che ben rappresenta, come tutti i film di Ozu, molteplici aspetti legati alla storia ed alla società del Giappone.